sabato 29 maggio 2010

Berthe Moriset: una donna tra gli Impressionisti



Berthe Morisot, una pittrice meno nota rispetto ai colleghi uomini ma non per questo meno interessante, fu la prima donna ad unirsi al gruppo degli impressionisti.

Berthe iniziò a dipingere, un pò per gioco, un pò per caso, all’età di 16 anni, quando le due sorelle le suggerirono di realizzare dei dipinti da regalare al padre per il suo compleanno. Per Berthe e per i suoi genitori, appassionati d’arte, quel giovanissimo tentativo si rivelò una scoperta. Fu così che Berthe, insieme alla sorella Edma con cui condividerà per molti anni la passione artistica, iniziò a prendere lezioni di disegno e pittura, negli atelier di artisti del tempo:iniziando da un certo Joseph Guichard, allievo di Ingres e di Delacroix, fino ad arrivare dal grande Camille Corot.

Nel 1868, Berthe conobbe Edouard Manet. Tra i due nacque un’istantanea simpatia, basata sulle affinità artistiche. Berthe, affascinata dalla personalità e dalle opere dell’illustre artista, accettò di diventare sua modella (Manet dipinse 11 ritratti di Berthe). Smise, però, di posare per lui dopo il matrimonio con Eugene, il fratello di Manet. Nel 1870 le opere di Berthe furono accettate al Salon des Refusés e nel 1874 fu la prima donna ad esporre nella mostra degli Impressionisti (tra i suoi dipinti più importanti ricordiamo "La culla" vedi immagine in alto).

Da allora partecipò a tutte le loro mostre, unica eccezione quella del 1979, perché in attesa di sua figlia Julie. Malgrado ciò, diversamente dalla maggior parte degli artisti Impressionisti, molto concentrati sullo studio dell’ottica e degli esperimenti sul colore, Berthe preferì utilizzare colori ed accostamenti cromatici che non seguivano le regole della complementarità proprie della pittura impressionista.
Oltre ad essere un’ artista di talento, Berthe contribuì anche all’organizzazione della prima collettiva parigina per sole donne: il Salon des Femmes.
Attualmente, Berthe Morisot e l’artista americana Mary Cassatt sono considerate le pittrici più importanti del diciannovesimo secolo.

Fonte testo: http://guide.supereva.it/donne_e_arte/interventi/2007/04/293678.shtml
Fonte immagine: http://www.musee-orsay.fr/it/collezioni/opere-commentate/pittura/commentaire_id/la-culla-9206.html?tx_commentaire_pi1[pidLi]=509&tx_commentaire_pi1[from]=841&cHash=0061d50ef7

giovedì 27 maggio 2010

Claude Monet: il tempo delle ninfee




Un aspetto particolare della vita di Claude Monet,padre del movimento impressionista,era il suo amore per le ninfee,piante acquatiche tipiche
del Giappone.Quasi una ossessione che lo porto' non solo a costruire un giardino orientale nella sua villa di Giverny,ma anche a dipingere decine di quadri che avevano come soggetto queste piante insieme a salici e fiori di ciliegio che tanto amava.
Così nacque la sua ossessione:il Giappone. Fu quasi una folgorazione nata per caso,su una bancarella di Montmartre,il quartiere degli artisti.
Un giorno vide alcune stampe giapponesi denominate "Ukiyo",le cosiddette "immagini del mondo fluttuante",un genere artistico nato nel Dicissettesimo secolo che di solito raffigura paesaggi e scene teatrali.Il pittore ne resto' tanto colpito,al punto da investire da quel momento tutti i suoi risparmi per collezionarle.
L' arte orientale dunque gli ispiro' molte delle sue opere piu' famose come:"Gli iris gialli"(1924),"Il ponte giapponese"(1918)e"Ninfe,effetto sera"(1897).Quadri dove la natura sembrava esplodere in un infinita'di sfmature e dove il sole sembrava accenderla di nuovi colori.
Monet decise così di creare nel suo giardino un paradiso terrestre, tutto ispirato al giappone,con piante rarissime importate dall' oriente:le stesse piante che ritrasse nei suoi meravigliosi quadri.
Così Monet comincio' a vavere due vite:quella di pittore amato dalla critica e quella piuttosto insolita di giadiniere, e quando la luce cominciava ad invadere il suo"mondo" l' ispirazione artistica prendeva il sopravvento.
Purtroppo questa non fu una passione che lo accompagno' fino agli ultimi giorni della sua vita, perchè con l' avanzare dell eta' una malattia lo porto' alla cecita'.
Mori' nel 1926,pochi giorni prima aveva dettato le sue ultime volonta',e proprio come egli aveva desiderato i suoi fiori e le sue ninfee furono lasciate lì nel suo amato giardino.


Fonte testo: Settimanale Di Più 12 ottobre 2009

sabato 22 maggio 2010

L'Impressionismo nella musica

Una compiuta trasposizione dei modi e delle teorie impressionistiche si ebbe nella musica.
Sotto l'aspetto morfologico e culturale, il concetto d'impressionismo musicale può riferirsi ad un momento eterno della civiltà, al momento conclusivo e decadentistico (nel senso d’un estremo arricchimento della sensibilità e del gusto) d'ogni cultura al tramonto: appaiono in esso quelle che i tedeschi dicono le "spätforment" d'una civiltà, le forme tardive, piene di succhi capziosi e di significati riposti, ma povere di vigore e di potere fecondativo.
Sotto l'aspetto della storia dello spirito, invece, l'impressionismo musicale è quella caratteristica concezione estetica e morale dell’arte occidentale e, in primo luogo, francese, che si libera verso la metà dell'Ottocento dal dogmatismo, ricercando una libertà formale che la scuola accusa di genericità ed inconsistenza.
In questo ardente desiderio di "liberare" la forma individuale, il primo atto è quello di rinnegare, abbandonandole, le "forme" musicali tradizionali quali la sonata e la sinfonia e di escludere rigorosamente quei procedimenti compositivi che ad esse hanno dato netta configurazioni, quali l'impostazione tematica, gli sviluppi, le simmetrie architettoniche, ecc.
I maggiori esponenti di questo movimento nella musica furono: Claude Debussy (1862-1918), Maurice Ravel (1875-1937), Paul Dukas (1865-1935) e molti altri minori d'ogni paese.
In Italia non troviamo rappresentanti eminenti di quell'estetica all'infuori, forse, dell’eclettico Ottorino Respighi (1879-1936): ma quando i musicisti italiani si rendono conto del movimento impressionistico, già sono sopravvenute in Francia ed altrove nuove tendenze.



Fonte testo: http://www.riflessioni.it/enciclopedia/impressionismo.htm

giovedì 20 maggio 2010

Impressionisti in mostra a Roma: " La sinfonia della natura"


Realizzata in collaborazione con prestigiose collezioni private e i maggiori musei di tutto il mondo (tra cui l'Art Institute di Chicago, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, la Bibliotheque Nationale de France di Parigi e il Museo Ermitage di San Pietroburgo), la rassegna prende le mosse dagli artisti della Scuola di Barbizon che abbandonano la rappresentazione classica e pittoresca della natura per raffigurare un paesaggio più selvaggio. Fino ad arrivare al nuovo linguaggio con cui gli impressionisti, dal 1870 circa, raffigurano il paesaggio, tentando di integrare natura e industria, città e campagna.

Dal 6 Marzo al 29 Giugno 2010 il Complesso del Vittoriano di Roma ospiterà una mostra che ha come tema il rapporto tra natura e arte:"
Da Corot a Monet. La sinfonia della Natura".
Non a caso, proprio nell'anno che vede come protagonisti il tema della crisi ambientale e dell'ecosostenibilità, è stato scelto dal Complesso del Vittoriano di realizzare una mostra sull'impressionismo francese come avanguardia nel campo dell'ecologia.
"Da Corot a Monet. La sinfonia della Natura" è una mostra curata da Stephen Eisenman e John House, sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio.

La mostra a Roma al Complesso del Vittoriano, in un percorso con più di 150 opere, vuole mettere in evidenza il rapporto avanguardistico che gli Impressionisti francesi avevano con la natura. L'Impressionismo, attraverso una rivoluzione nella rappresentazione pittorica, stravolge il rapporto tra arte e pittura, esaltando e comprendendo la forza della natura nel profondo.
Opere su carta, dipinti e fotografie per ricordare l'Ottocento francese e le sue avanguardie. L'evoluzione della pittura francese, dal periodo classico e tradizionalista della Scuola di Barbizon, il cui esponente principale è
Corot(pittore paesaggista), alla rivoluzione dei canoni attuata dagli impressionisti,esaltando il vigore cromatico dei quadri di Monet.

"Da Corot a Monet. La sinfonia della Natura", mostra a Roma al Complesso del Vittoriano, è un elogio e uno spunto di riflessione sull'importanza della natura e sulla speranza di una sensibilizzazione nel salvaguardarla.


Fonte testo: http://www.voxita.com/2010/03/mostra-romada-corot-monet-la-sinfonia.html
Fonte immagine: http://www.voxita.com/uploaded_images/corot_monet-755051.jpg

Un gruppo animato da diverse personalità

La storia dell'impressionismo nasce ancora prima che si possa parlare di un vero e proprio movimento: nel 1863 Napoleone III inaugurò il Salon des Refusés, per ospitare quelle opere escluse dal Salon ufficiale. Vi partecipò, tra gli altri, Édouard Manet con Le Déjeuner sur l'herbe, che provocò un notevole scandalo e che venne definito immorale. Due anni più tardi, lo stesso Manet scandalizzò nuovamente l'opinione pubblica con Olympia.

La prima manifestazione ufficiale della nuova pittura si tenne nel 1874, presso lo studio del fotografo Nadar, alla quale parteciparono Claude Oscar Monet, Edgar Degas, Alfred Sisley, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Camille Pissarro, Felix Bracquemond, Jean-Baptiste Guillaumin e l'unica donna Berthe Morisot. La mostra del '74 fu di per sé un'azione eversiva in quanto, al di là dell'estrema modernità delle singole opere che sconvolse la critica, venne compiuta in risposta e contro il Salon, che le aveva rifiutate, e gli studi accademici in generale.

Ogni artista, infatti, secondo la sua sensibilità lo rappresenta in modo diverso. Per esempio Monet non si interessò principalmente alla rappresentazione di paesaggi urbani, ma soprattutto naturali, arrivando, negli ultimi anni della sua vita, a ritrarre moltissime volte lo stesso soggetto (le Ninfee) in momenti diversi, per studiarne i cambiamenti nel tempo. Altri, come Renoir o Degas, si interessarono invece alla figura umana in movimento. Molti sono gli artisti che non si possono definire del tutto impressionisti, ma che dell'Impressionismo sono evidenti precursori, molti quelli che, nati in seno all'Impressionismo, se ne distaccheranno per intraprendere nuove strade. L'unico artista che sempre, per tutta la sua vita, rimase impressionista fu Monet. In sintesi, si può affermare che l'Impressionismo sia ai suoi inizi con Manet, culmini con Monet e si chiuda con Cezanne, che poi ne uscirà.


Fonte testo: http://it.wikipedia.org/wiki/Impressionismo
Fonte immagine: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Edouard_Manet_038.jpg

giovedì 13 maggio 2010

"Le impressioni" di una nuova realtà

L'Impressionismo è un movimento pittorico sviluppatosi in Francia tra il 1867 ed il 1880, che allude alla particolare tecnica con cui gli artisti riproducevano le immagini sulla tela, non delineandole in ogni particolare ma tratteggiandole con rapide pennellate di colori accostati in modo insolito per rendere le impressioni di un sogno o di un miraggio.

Un quadro di C.Monet del 1872 "Impressione: levar del sole" (vedi immagine a sinistra) diede il nome alla corrente d'avanguardia, il termine però apparve per la prima volta nel 1874 sul giornale satirico Chiarivari, in un articolo del critico d'arte Louis Leroy.
Il movimento sottolineava il rifiuto del formalismo accademico per esaltare un'arte fondata sul colore ed ispirata agli aspetti quotidiani della vita, cioè all'immediata impressione del vero. Si tendeva perciò a cogliere gli effetti di luce, negando l'illuminazione artificiosa degli Atelier. La necessità era quella di dipingere en plein air e di rinunciare al chiaroscuro per far uso di ombre colorate, di pennellate rapide e sciolte capaci di fermare nel quadro l'istante dell'impressione.

Fonte testo: settimanale Di Più, 12 ottobre 2009
Fonte immagine: http://www.artemotore.com/monet1.jpg